Nome Città Data di nascita
Pelucco Gaia Orbetello (GR) 19__
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Il nostro giornale

Quest’anno noi alunni delle classi elementari di Orbetello e di Neghelli, insieme alla prima media sez.A abbiamo partecipato, a gruppi misti, ad un progetto di continuità, organizzato in tre laboratori, ciascuno con un proprio obiettivo. Nel laboratorio di scienze abbiamo fatto degli esperimenti sull’acqua per osservare il suo comportamento.
Nel laboratorio di lingua e teatro abbiamo discusso, elaborato testi descrittivi e steso articoli riguardanti gli esperimenti fatti nel laboratorio di scienze.
Per quel che riguarda il teatro, abbiamo messo in scena la storia di Pinocchio. Il lavoro si è svolto così:
abbiamo letto il libro di Collodi, abbiamo selezionato le scene da rappresentare, abbiamo attribuito ad ogni alunno un ruolo e siamo passati alle prove.
Nel laboratorio di informatica abbiamo imparato l’uso del programma Publisher per la stesura del giornalino stampato ed il linguaggio html che utilizzeremo per pubblicare alcune pagine del nostro giornalino in Internet.

L'acqua, un bene prezioso per tutti

Quest'anno noi ragazzi delle classi quinte di Neghelli e di Orbetello centro e della classe 1^A della scuola media abbiamo avviato un lavoro sull'acqua.
Abbiamo cominciato guardando l'acqua e dicendo la prima cosa che ci veniva in mente con questa parola.

Ognuno di noi ha rappresentato,all'inizio con i gesti, poi con suoni, ciò che aveva pensato: la pioggia, la cascata, la laguna, il fiume, il mare e persino una scena del film di Fantozzi.
Sono stati fatti anche degli esperimenti: bolle di sapone, barchette di carta galleggianti, cappelli da marinaio, filtri per purificare l'acqua sporca e, impastando acqua e farina, pane azzimo, al quale ognuno ha dato una forma, (trecce, grappoli d'uva, facce).
Abbiamo lavorato in gruppi, guidati dagli insegnanti. Il lavoro è servito a capire l'importanza di uno degli elementi fondamentali per la nostra vita.


I nostri esperimenti in laboratorio:

Le bolle di sapone

Mischiando acqua e sapone a scaglie si ottiene una soluzione; soffiando in questa soluzione con una cannuccia si ottengono bolle di sapone di ogni dimensione.
Abbiamo provato ad aggiungere un elemento in più: un po'di tempera colorata: l'effetto è stato sorprendente: le bolle di sapone erano colorate.

Le barchette

Abbiamo strappato delle pagine di giornale e, con chi le sapeva fare, abbiamo costruito delle barchette di carta. Poi abbiamo riempito un lavandino e abbiamo messo le nostre barchette nell’acqua. Alcune barchette sono affondate subito, altre, le più consistenti, hanno galleggiato per più di due ore.

Il depuratore

Abbiamo tagliato una bottiglia di plastica a metà e l’ abbiamo capovolta. Abbiamo inserito:
  1. strato di cotone idrofilo
  2. sabbia
  3. ghiaino
Abbiamo inserito la bottiglia con i filtri in un recipiente vuoto e pulito e abbiamo versato dell’acqua sporca dentro la bottiglia. Mano a mano che l’acqua scendeva passava attraverso i tre filtri e si raccoglieva nel recipiente limpida e trasparente. Questo oggetto da noi preparato ha funzionato come un vero depuratore.

Il calore mette in movimento l’acqua



Oggi 4 febbraio 2003, presso la scuola elementare di Neghelli abbiamo effettuato un esperimento sulle correnti nell’acqua.
Materiale occorrente:
  1. Inchiostro colorato;
  2. Acqua;
  3. Fornello a gas;
  4. Bottiglietta a collo stretto con tappo;
  5. Contenitore;
  6. Pentola.
Esecuzione:
Riscaldare un po’ d’acqua dentro la pentola sul fornello e versarla dentro una bottiglietta a collo stretto insieme all’inchiostro colorato e tappare. Riempire il barattolo di acqua fredda, immergerci la bottiglietta e stapparla rapidamente
Osservazioni:
L’acqua calda e colorata esce dalla bottiglietta e sale espandendosi verso la superficie: dopo qualche istante comincia a scendere e, piano piano, si mescola con il resto dell’acqua
Conclusioni:
Il calore ha accelerato la velocità delle molecole dell’acqua facendola diventare più leggera e quindi è andata a “galleggiare” su quella fredda. Man mano che perde calore, l'acqua scende e si mescola al resto dell’acqua finchè tutto il contenitore diventa dello stesso colore.
Il nostro esperimento ci fa capire come si formano le correnti marine

Un fiore nell'acqua

Occorrente:
  • compasso,
  • forbici,
  • riga,
  • lapis,
  • gomma,
  • foglio bianco,
  • piatto,
  • acqua.
Procedimento:
Si prende un foglio bianco e si traccia con il compasso un cerchio, poi si prende la riga e si divide il cerchio in otto parti; si uniscono poi gli otto punti fino a formare un ottagono.
Successivamente, sopra agli otto spicchi, si traccia un triangolo, poi si prende la distanza del centro con i punti uniti; si ottiene un fiore. Dopo aver ritagliato il fiore lo poniamo in un piatto con dell'acqua. Dopo un po' possiamo notare che i petali si aprono e si stendono sull'acqua. Questa esperienza secondo noi è stata: divertente, rilassante e piacevole. Siamo rimasti molto meravigliati nel vedere questi petali sbocciare come un vero fiore.

Descrivo l'esperimento del pane.

Occorrente:
abbiamo preso due pacchi di farina e due litri d'acqua.
Procedimento:
abbiamo versato un pò di farina sul tavolo, la abbiamo ammucchiata e ci si è fatto un buco in mezzo come un vulcano.Poi abbiamo preso un bichiere d'acqua e ciascuno l'ha versata un pò nella farina per ammorbidirla.Abbiamo incominciato a mischiare la farina con l'acqua e dopo un pò abbiamo notato che si era formata una palla di pasta.Quando era proprio lavorata bene, le professoresse ci hanno detto di costruirci qualcosa e io ho costruito una treccia.

L'acqua e la sua storia

Nel laboratorio di scienze abbiamo studiato la storia dell'acqua.
Tantissimo tempo fa (circa quattro miliardi e mezzo di anni ) il nostro pianeta era una sfera formata da gas e polvere con una superficie caldissima: non poteva esserci acqua allo stato liquido perchè la crosta, essendo bollente, faceva evaporare subito le poche gocce di pioggia che vi cadevano sopra. Pian piano la crosta terrestre si è raffreddata e nell'atmosfera era presente molta acqua allo stato gassoso. Dalle nuvole di vapore che avvolgevano la Terra, cadevano tante piogge che però evaporavano di nuovo; fu necessario un lunghissimo periodo di piogge ininterrotte. Quando finalmente l'acqua delle piogge cominciò a raccogliersi sulla Terra, si formarono i fiumi , i laghi, i torrenti, le paludi e, sopratutto, gli oceani e i mari. E fu nei mari che nacque la vita. Infatti nei mari si diffusero i primi organismi unicellulari, vegetali e animali, cioè i primi esseri viventi. E' questa l'"era delle alghe azzurre", organismi monocellulari, in grado di produrre l'ossigeno. Migliaia di anni dopo, i pesci invasero i mari, mentre gli insetti, gli anfibi e i rettili dominarono sulle terre emerse. Ad essi seguirono gli uccelli e i mammiferi, tra i quali...l'uomo.

Il ciclo dell'acqua
Il calore del sole trasforma in vapore l'acqua degli oceani, dei mari, dei laghi e dei fiumi. Questo passaggio si chiama evaporazione.
Il vapore acqueo, salendo negli strati alti dell'atmosfera, si raffredda e si trasforma in microscopiche gocce d'acqua, che formano le nuvole. Questo fenomeno è chiamato condensazione. Nelle nubi le goccioline di acqua si urtano e si riuniscono diventando troppo grosse e pesanti per rimanere nell'aria e cadono sulla terra formando la pioggia,la grandine e la neve cioè le precipitazioni atmosferiche.
L'acqua che cade sulla terra si infiltra nel terreno,oppure si raccoglie nei mari, nei laghi, nei fiumi, negli oceani, dai quali può evaporare nuovamente.
Così il ciclo dell'acqua ricomincia.

Le nuvole

Il sole riscalda il terreno e l’aria, essa si dilata e si alleggerisce, così sale verso l’alto. Man mano che sale, l’aria si raffredda e il vapore acqueo in essa contenuto si condensa attorno a particelle di polvere e fumo, formando piccole gocce d’acqua che rimangono sospese nell’aria. Le nuvole sono formate da minuscole gocce d’acqua, cento volte più piccole delle gocce d’acqua che cadono durante la pioggia. Le nuvole si classificano in base alla forma e all'altitudine in cui si formano:
A seconda della forma le nubi possono essere distinte in due tipi:
  • Stratiformi
  • Cumuliformi
In base alla distanza dal suolo invece si distinguono in:
  • Cirri , Cirrostrati , Cirrocumuli: le più elevate, vanno dai 6000 ai 12000 metri e sono tipiche del cosiddetto cielo a pecorelle. Sono costituite prevalentemente da piccoli aghi di ghiaccio e seguono il movimento dei venti in quota.
  • Altostrati e Altocumuli: sono le nubi intermedie vanno dai 2000 ai 6000 metri
  • Strati, Nembostrati e Nembocumuli: sono le nubi più basse.
Il prefisso “ nembo” sta ad indicare che da queste nuvole derivano precipitazioni

Dalla sorgente, attraverso i depositi, l’acqua arriva nelle nostre case.

Quando le acque sotterranee, durante la loro discesa verso il basso, incontrano strati impermeabili in pendio, scorrono sulla loro superficie ed a volte trovano una via di uscita verso l’esterno. In questi casi si forma una sorgente, le acque sotterranee emergono spontaneamente in superficie. Le sorgenti possono dare origine ad un fiume o possono alimentare un acquedotto.
L’acqua prelevata dalle sorgenti o dai pozzi, viene convogliata in tubature e distribuita lontano dal punto di origine. Affinché l’acqua giunga nelle case si costruiscono dei depositi a forma di torre, in luoghi elevati. La presenza di acqua nel deposito garantisce la spinta necessaria nelle tubature perché l’acqua giunga ai rubinetti. Fin dall’antichità sono stati costruiti acquedotti. I più antichi furono costruiti in Mesopotamia, in Palestina, in Grecia. Gli etruschi e i romani usarono la loro abilità nel costruire archi per fabbricare acquedotti.
I romani soprattutto ne costruirono molti per portare nelle città l’acqua delle sorgenti di montagna.


La depurazione dell'acqua


Per ridurre l'inquinamento delle acque vengono costruiti depuratori. Le acque che scorrono nelle fogne dei paesi e delle città, come pure le acque utilizzate dalle industrie nelle loro lavorazioni, vengono "ripulite" passando attraverso particolari filtri e successivamente disinfettate prima di essere scaricate nei fiumi o nel mare. Purtroppo i depuratori che oggi funzionano sono ancora troppo pochi.

Il processo di depurazione

La depurazione è quel processo di purificazione delle acque che avviene in appositi impianti nei quali arrivano tutti gli scarichi delle fognature.
In questi scarichi arriva di tutto, per cui la prima fase è quella della grigliatura, cioè la separazione di materiali liquidi da quelli solidi.
Nelle successive fasi, che avvengono in grandi vasche dette di sedimentazione, entrano in gioco i batteri che si alimentano delle sostanze che si trovano nel liquido da depurare e permettono la formazione di fanghi che si depositano sul fondo.
L'acqua pulita viene scaricata in corsi d'acqua ed i fanghi vengono mandati alle discariche.
Proteggere l'acqua
L'acqua non è un bene illimitato, per cui tutti dobbiamo cercare di non sprecarla e di usare l'acqua potabile solo per gli usi consentiti.Inoltre, un certo numero di buoni riflessi permette di partecipare agli sforzi di depurazione della fognatura e, quindi, di preservazione dell'ambiente. E' vietato, per esempio,lo scarico di certe sostanze: idrocarburi, acidi, oli usati, cianuri, solfuri, sostanze tossiche o infiammabili, medicinali, diserbanti e disinfestanti.
Sarebbe bene, inoltre, evitare di buttare negli scarichi batuffoli di cotone,cotton fioc ecc...

 I diversi usi dell' acqua

L'acqua si può usare in diversi modi: per usi industriali e agricoli, ma anche per altri usi. Gli usi agricoli sono:
  • irrigare i campi,
  • abbeverare gli animali
  • coltivare il riso nelle risaie.
Gli usi industriali sono:
  • trasportare le merci su fiumi e mari,
  • lavorare gli acciai,
  • produrre energia elettrica,
  • preparare e coservare gli alimenti,
  • produrre la carta
  • preparare prodotti chimici
Ci sono pure altri usi che sono:
  • spegnere gli incendi,
  • praticare gli sport acquatici
  • muovere le pale dei mulini.
Il consumo quotidiano di acqua

L'acqua è un bene prezioso,continuamente presente nella nostra vita: infatti l'acqua è indispensabile per l'alimentazione, per l'igiene personale, per lavare... E' stato calcolato che un individuo che vive in una città, di un paese industrializzato, consuma circa 250 litri di acqua al giorno. Il maggior consumo di acqua si registra per le docce, mentre, il minore si registra per cucinare, per preparare bevande e per bere. Ci sono anche altri modi in cui l'acqua viene usata; ad esempio viene usata per gli scarichi di bagni, per lavare il bucato e per lavare i piatti.
Per il bucato si consumano, in media, 30 litri d'acqua, mentre, per lavare i piatti si consumano, in media, 25 litri d'acqua.

Quando Orbetello si riforniva dal monte Argentario

In tempi lontani Orbetello prendeva acqua dal Monte Argentario. Sembra infatti che la diga sia stata costruita su un antico acquedotto, molto probabilmente etrusco. Nel Medioevo e durante le dominazioni senese e spagnola, l'acqua da bere veniva portata con le barche da Terrarossa dove c'era una cisterna che raccoglieva l'acqua che veniva dalla sorgente di Sant'Antonio.L'acqua per altri usi veniva presa dai pozzi e dalle cisterne che raccoglievano l'acqua piovana.
Fu solo nella prima metà dell'800, sotto i Lorena che il problema dell'acqua fu risolto con la costruzione dell'acquedotto Leopoldino, che passava sotto la diga. La diga che unisce Orbetello all'Argentario fu costruita nel 1841 su ordine del Granduca Leopoldo di Toscana. La diga fu inaugurata il 12 maggio di un anno dopo, per i festeggiamenti di San Biagio.
Lo scopo della sua costruzione non fu solo quello di farne una via di comunicazione ma anche quello di portare acqua dalle sorgenti del Monte Argentario e risolvere così il problema dell'approvvigionamento idrico di Orbetello.


L’ acquedotto Leopoldino

L’acquedotto leopoldino inizialmente era alimentato da 3 sorgenti: la cosiddetta Sorgente del Pratino, situata poco al di sotto del convento dei frati, la Sorgente di Fosso Pulciano e La Sorgente della Ficaia, in corrispondenza dell’intersezione col fosso di S.Antonio.
In seguito si unirono altre sorgenti: la Sorgente della Fornace, la Sorgente dell’Orto dei Frati e la Sorgente piccola dell'Orto dei Frati.


L’acquedotto di Torre dell’Acqua

Nell’anno 1888, visto che l’acqua che arrivava ad Orbetello era insufficiente, fu decisa la costruzione di un nuovo acquedotto che prendeva acqua dalla sorgente di “Torre dell’Acqua”. Per la costruzione dell’acquedotto fu demolita la”Porta a mare”e i mulini al di là della porta. Nel piazzale che ne derivò furono messe due vasche. L’acquedotto di ”Torre dell’Acqua” affiancava quello Leopoldino e rimase in funzione fino al 1953, quando venne costruito l’acquedotto dei pozzi della Valle d’Argento (pozzi Montecatini - Orbetello Scalo).

mulino spagnolo
Nel 1939 Orbetello entrò a far parte del Consorzio del Fiora, per realizzare un nuovo acquedotto. Ma i lavori furono interrotti dalla guerra. Subentrò poi l’Ente Maremma che, oltre al compito di bonificare aveva anche quello di rifornire il territorio di acqua potabile. I lavori di allacciamento all’acquedotto del Fiora terminarono nel 1968.


L’acqua ad Orbetello oggi

L’acqua della sorgente del fiume Fiora, che viene nelle nostre case attraverso l’acquedotto, è miscelata con l’acqua dei pozzi del Pitorsino e del Giardino e raccolta in un deposito nei poggi dietro la Stazione ferroviaria. L’acqua che viene nelle nostre case, dopo essere stata usata, esce dagli scarichi, va a finire nelle fogne e attraverso delle tubature va a finire nel depuratore.Nel depuratore non solo ci va a finire l’acqua degli scarichi, ma anche l’acqua piovana. A Orbetello ci sono due depuratori: uno a Neghelli e uno a Terrarossa. L’acqua depurata viene scaricata nella Laguna e i fanghi vengono scaricati nella discarica.

Il fiume Albegna.

Un giorno abbiamo effettuato una gita alla foce del fiume Albegna. La prima cosa che abbiamo notato, è stato il colore dell'acqua, che era di un marrone scuro, perchè la corrente del fiume, insieme a quella del mare, solleva i detriti posti sul fondale, dando all'acqua questo colore torbido. L'acqua del fiume, in superficie, è molto più veloce di quella in profondità, perchè viene ostacolata sempre dai detriti fluviali. La corrente marina entra nel fiume, provocando una specie di muro che fa in modo che i detriti si depositino sulle due rive. Quando soffia il Maestrale che è un vento del nord-ovest, l'acqua dell'Albegna s'innalza di tre centimetri all'ora. Per quanto riguarda la profondità del fiume vicino alla riva, è piuttosto bassa, tra i dieci e i venti centimetri circa. Al centro invece la profondità cambia del tutto ed arriva fino a 1,50 mt circa. In prossimità della foce, il fiume è navigabile e grazie a delle piccole barchette, ci si può anche pescare. Esiste inoltre un piccolo canale, il canale di Fibia, che funge da trasporto e ricambio delle acque, in prossimità del quale si trovano anche alcuni piccoli mulinelli d'acqua. La sorgente del fiume Albegna ha origine da Roccalbegna, che è un piccolo paese posto sotto una grande rupe.
I suoi affluenti principali sono: il torrente Fiascone, le Terme di Saturnia, il fiume Sanguinaio, il fiume Vivaio, il fiume Castione e per ultimo il fiume Elsa, il più importante.
All'inizio del suo percorso l'Albegna è molto lineare, mentre quando è in prossimità della pianura si snoda in anse e meandri.
L'Albegna passa vicino a tre piccoli paesi: Rocchette, Saturnia e Marsiliana, i cui abitanti usano le sue acque anche per irrigare i propri campi. Alla fine del suo cammino l'Albegna, prima di sfociare direttamente nel mar Tirreno, passa di fianco al piccolo paese dell'Albinia, che molto probabilmente ha preso questo nome proprio dal fiume.
Durante i periodi di piena il fiume trasporta con sè oltre che ai sassi e ai detriti, anche resti di giunchi, piante grasse e tronchi di alberi che crescono lungo i suoi argini.
Tra questa vegetazione fluviale vivono anche diversi animali, come le lucertole e gli aironi, che si nutrono di insetti, anfibi e molluschi.
Lungo l'Albegna il clima è umido e la temperatura dell'acqua, nei punti più profondi, è piuttosto bassa.
Nei mesi invernali la piovosità può aumentare, facendo in modo che il livello delle acque salga fino al punto di farla straripare.
L'uomo con i suoi interventi ha creato i canali per far circolare le acque e per non farle ristagnare.
Ha creato inoltre anche gli argini secondari che servono a contenere il più possibile le acque in caso di piena del fiume.
I ponti poi sono molto utili per attraversare i vari canali costruiti ed il fiume stesso.
L'uomo lo utilizza anche per la pesca sportiva dato che è navigabile solo con piccole barchette, vista la sua scarsa profondità.



Il Burkina paese senza acqua

Il Burkina è una ex colonia francese, che fu abbandonata in uno stato di crisi perché non aveva risorse.
Il Burkina, essendo vicino all’ Equatore, non ha solo un’ insufficienza di risorse, ma gli manca in particolare l’acqua. La siccità determina una vegetazione composta esclusivamente da baobab e arbusti secchi.
Vengono coltivate delle patate molto lunghe che vengono tagliate a pezzi, e sotterrate coperte con paglia in modo che non si brucino per il calore del sole; quando piove queste patate, si moltiplicano. Vengono prodotti anche i fagioli e il grano.
La fauna è molto scarsa: si vede solo qualche asino, pochi cani e degli uccelli. In quella terra vengono allevati solo polli.
Il terreno, pianeggiante, è composto da una sabbia rossa e finissima che fa diventare color porpora ogni oggetto. I Burkinabey (abitanti del Burkina) sono persone molto alte con i capelli ben curati e ricci. Essi fanno delle incisioni, con un coltello, sulla faccia dei neonati. Queste incisioni indicano la famiglia di provenienza e la data di nascita.
I Burkinabey si vestono con degli indumenti molto colorati, che vengono spesso donati dalle associazioni umanitarie.
Sono molto bravi a fare quadri, a tessere e a modellare il legno per fare maschere.
Le città sono abbastanza moderne, ma povere e sono attorniate dai villaggi, costituiti da capanne di legno circondate da muri di sterco e fango. I villaggi sono messi in comunicazione mediante strade sterrate. In tutti i villaggi c’è una scuola frequentata da centinaia di bambini che imparano francese.
Nel Burkina c’è un periodo delle piogge, durante il quale l’acqua piovana viene raccolta in bacini grandissimi, chiamati bariage.
L’unico problema è che l’acqua piovana non è potabile, perciò vengono fatti dei buchi nel terreno con una trivella, in modo da trovare l’acqua.
 Durante la costruzione di un pozzo è presente tutto il villaggio, la tensione è alta, perché, se un pozzo è ricco d’acqua il popolo vivrà meglio, e l’agricoltura sarà fiorente. Quando dal pozzo esce l’acqua il popolo è felicissimo. Quando il pozzo è funzionante, le donne vanno a prendere l’acqua con dei pezzi di camera d’aria cuciti in fondo. Però, spesso l’acqua presa dai pozzi è piena di insetti.

Il Burkina

IL Burkina è attraversato da pochissimi fiumi, scarsi d’acqua, tra cui il fiume Volta. IL Burkina si trova in una zona molto calda, a Nord dell’Equatore. IL territorio è arido, le poche piante che si possono trovare non sono rigogliose. Anche la fauna è limitata a poche capre, asini, galline, e cerbiatti che vivono al limite della sopravvivenza.
Gli abitanti del Burkina (Burkinabei ) sono molto alti e magri, hanno la carnagione di colore nero e sono di una bellezza notevole.
Essi parlano la lingua francese, perché questo stato è uno ex colonia della Francia.
Tra questa popolazione, come molte altre in Africa, non esiste l’anagrafe: quando nascono i bambini, per poter riconoscere a quale famiglia appartengono, vengono loro incisi simboli diversi sul viso.
I Burkinabei curano molto la loro capigliatura e si fanno pettinature stravaganti; le più diffuse sono le treccine di ogni genere.
Si vestono con dei vestiti usati, spesso donati dagli Europei e dalle varie associazioni umanitarie.
Sono molto abili artigiani e riescono a creare prodotti manuali di notevole pregio: creano il “Batik” che è una tela sulla quale sono disegnate delle immagini attraverso una tecnica particolare.
Gli uomini e i ragazzi invece lavorano il legno.
I Burkinabei vivono nei villaggi, in capanne fatte di paglia e mattoni impastati con lo sterco. Le mura intorno ai villaggi servono come protezione. Nelle città, invece, le case sono di mattoni, le strade sono asfaltate e circolano molte macchine di esportazione francese, che inquinano l’aria.
La differenza di vita tra le città e i villaggi è molto grande. Nel Burkina ci sono poche scuole. Nelle scuole dei villaggi ci sono più di 100 bambini di età diverse per ogni classe. I bambini mangiano alla mensa scolastica e il pasto è costituito solamente da riso e fagioli.
Poiché i Burkinabei mangiano cibi poco nutrienti (manioca, riso, miglio), i bambini di questa popolazione hanno molte malattie, per esempio la congiuntivite, che è una malattia degli occhi, e il beri-beri, una malattia causata da un’alimentazione non adeguata.
Sia i grandi che i piccoli vengono colpiti da malattie come la malaria e la lebbra.
La poca acqua esistente si trova sotto terra a notevoli profondità; per estrarla vengono utilizzate delle pompe esportate dai paesi europei.
L’acqua che normalmente viene utilizzata dagli abitanti del Burkina, è estratta da pozzi artesiani costruiti in modo quasi primitivo ed è sporca e inquinata.


Il sale

Il sale era ed è ancora oggi un minerale essenziale che serve a conservare gli alimenti e a cucinare molti cibi.
I Fenici lo utilizzavano per mantenere la bottarga al fresco, in canestri intrecciati con una fibra di una pianta simile alla salicornia, in modo che rimanesse fresca e non si deteriorasse.
Presso i Romani, il sale veniva valutato a peso d’oro. I loro soldati venivano rimborsati per le loro prestazioni nelle guerre con sacchi di sale: da qui deriva la parola “salario”.
In Africa il sale viene usato esclusivamente per conservare il cibo, perché l’Africa è un continente senza acqua e il sale fa venire sete. Infatti, il maiale, che è particolarmente salato, viene considerato una carne immonda dalla religione Mussulmana ed è proibita la sua consumazione.
In Africa il sale viene estratto in lastre da miniere, per questo viene chiamato salgemma o alite.
Di notte, i Tuareg, attaccano le lastre di alite sulla schiena dei cammelli, li conducono attraverso il deserto e si orientano con le stelle.
I Tuareg, quando hanno attraversato il deserto con i loro cammelli, vanno nelle città o lungo i fiumi dove vendono il sale nei mercati.
I Tuareg sono dei Beduini cioè degli uomini del deserto che vivono in particolare nel Shael. I Tuareg hanno una corporatura enorme e sono molto alti. Si vestono con un mantello di cotone puro, tinto con delle erbe, appoggiato sopra il corpo: essendo molto largo, fa passare il vento e mantiene il corpo fresco.
I Tuareg in testa portano una striscia lunghissima di cotone arrotolata sulla nuca e intorno alla bocca (chiamata “turbante” dalla lingua francese). I turbanti servono a non fare andare la sabbia nei capelli, negli occhi e nella bocca; vengono tinti con estratti di alcune piante che lasciano la pelle blu: per questo motivo i Tuareg vengono chiamati “ uomini blu”.
Alla vita, i Tuareg, portano una scimitarra cioè una spada con la lama ricurva e alcuni pugnali. Al collo portano dei medaglioni porta fortuna religiosi che si aprono, e dentro c’è un libretto con tutte le preghiere per Allah.
Il sale era molto importante anche in Europa; attraverso le Vie Salarie, il sale veniva portato a Roma, e veniva portato nella città.
Un’altra via salaria è quella che parte dalle saline di Orbetello e arriva al Monte Amiata per soddisfare le necessità di sale degli abitanti ed in particolare dei monaci benedettini che avevano un monastero ad Abbadia San Salvatore.
La terza e più importante via era la via Francigena, che partiva da una località vicino Londra e veniva chiamata così, perché attraversava soprattutto la Francia.
Una volta il sale veniva estratto quasi tutto dalle saline della Sicilia, vicino Trapani.
Per il sale c’era il monopolio;in Sicilia costava pochissimo e quando veniva esportato aumentava di prezzo.
Proprio per questo in un paese della Calabria, Bagnara Calabra, le donne trovarono uno stratagemma per portare il sale a casa senza pagare il monopolio.
Queste donne, infatti, erano mogli di pescatori e al mattino partivano dal paese con grandi ceste di pesce fresco, si imbarcavano sul traghetto per andarlo a vendere in Sicilia. Al ritorno compravano del sale e, per non pagare le tasse sul sale, lo nascondevano in grandi tasche nascoste nelle loro gonnelle.
La spirulina

La spirulina è un’alga d’acqua dolce che veniva usata dai Cinesi e dai Giapponesi già 3 milioni di anni fa come alimento perchè ricca di vitamine, di proteine e sali minerali. L’alga è anche oggi molto importante perché viene utilizzata nei paesi senza risorse in modo che con pochi grammi di questa sostanza si possa sfamare una persona correttamente. La spirulina spesso viene usata anche in farmacia .
Questa alga viene coltivata all’aperto in vasche molto lunghe, non troppo alte, in muratura, coperte con un telo. L ’alga, unicellulare, viene messa nell’acqua dove si riproduce. Quando si è moltiplicata, viene raccolta con i retini e messa a seccare al sole.
Una volta essiccata, viene venduta nei mercati.


Il fenicottero

Il fenicottero è un uccello che spesso possiamo vedere e ammirare nel nostro territorio.
Ce ne sono molti lungo la laguna di Orbetello e i loro colori variano dal bianco al rosso .
Il fenicottero è molto elegante e longilineo, con zampe lunghe e sottili.
La cosa più simpatica che lo caratterizza è che spesso lo possiamo vedere in piedi su una zampa sola. È un uccello acquatico e si nutre di artemia salina, un gamberetto che conferisce ai fenicotteri il caratteristico colore rosa.
L’ habitat preferito dal fenicottero è un posto umido e salmastro dal clima mite come è lungo le coste della Maremma, dove si possono osservare numerose colonie, sia stanziali che migratorie.
I fenicotteri dormono su una zampa sola e con la testa appoggiata sull’ala. Migrano su isolette costiere; i loro nidi sembrano il cratere di un vulcano.
La mattina possiamo osservare questi bellissimi uccelli nella laguna di Ponente, mentre durante la giornata si spostano nella laguna di Levante.
Quando devono prendere il volo, il più giovane e forte, il capogruppo, sta davanti, mentre gli altri si posizionano ai due lati per lasciare lo spazio centrale agli anziani, assumendo una caratteristica formazione a “v”.
I fenicotteri possono volare sia seguendo una direzione verticale sia spostandosi obliquamente. I loro movimenti eleganti hanno ispirato un ballo spagnolo: il flamenco.
Il fenicottero e i gitani spagnoli

Tanti anni fa, durante un tranquillo pomeriggio, una carovana di zingari andalusi, si fermò a riposare lungo le rive di una palude. Dopo un po’ che erano lì, i gitani avvistarono degli strani fiocchi rosa, ma dato che erano molto affamati, non diedero importanza a quello che avevano visto. Un gruppetto di cinque ragazzi, formato da ragazzi e ragazze, decise di controllare questo strano fenomeno, dato che erano più incuriositi che affamati. Durante la cena, il gruppetto si mise d’accordo e andò a curiosare per scoprire il mistero. Dovettero però ben presto, tornare indietro perché era già troppo buio e non potevano osservare ciò che li aveva incuriositi. Decisero così di tornarci la mattina seguente, all’alba.
Ritornati sul posto, con i primi raggi del sole, rimasero affascinati alla vista di questi strani uccelli che non avevano mai visto. I ragazzi incuriositi dal loro strano verso, cercarono di imitarlo, mentre le ragazze, provarono a fare altrettanto muovendosi con il loro corpo; da questo insieme di movimenti venne fuori un ballo molto particolare. Quando furono poi all’accampamento della loro carovana, raccontarono ciò che avevano visto e sentito. Gli anziani del gruppo dissero ai ragazzi di riprodurre quel suono con delle conchiglie, però queste si ruppero e così riprovarono con i sassi, ma anche questi fecero la stessa fine. Furono consigliati allora, di provare con dei pezzetti di legno concavi. Finalmente questo stratagemma funzionò e così le ragazze ballarono intorno al fuoco, imitando le movenze dei fenicotteri, mentre i ragazzi le accompagnavano nella danza, pronunciando la parola “Flamenco”, che in spagnolo vuol dire fenicottero. Così noi immaginiamo sia nato il famoso ballo andaluso.
Esperienza in laboratorio: le barchette
Alla scuola elementare, stiamo facendo un lavoro sullo studio dell’ambiente con particolare riferimento all’acqua.
Una, tra le tante unità didattiche, è stata quella di costruire delle barchette con la carta per farle galleggiare sull’acqua in un grande lavandino.
Il mio primo modellino era resistente all’acqua ma sbilanciato, infatti appena messo in gara con quello degli altri compagni, il mio ha imbarcato acqua, si è squarciato ed è affondato.
Io un po’ demoralizzato sono tornato in laboratorio e ho fatto un modellino di un aereo nero.
La professoressa appena l’ha visto ha deciso di farmelo ammarare.
Io l’ho modificato mettendogli dei galleggianti sotto le ali, ho assicurato la cabina in modo da non far imbarcare acqua al mio aereo.
Il modellino ha funzionato è andato tutto bene anche se ho perso la gara, perché una palla lanciata da un compagno gli è “valangata addosso”; così è andato a fondo; si è vista una macchia nera salire sulla superficie dell’acqua come un vero incidente aereo.
Ma io mi sono divertito.

A Porto S.Stefano: un'esperienza di biologia marina

Una mattina siamo andati a Porto Santo Stefano nel laboratorio di biologia marina dove siamo stati accolti accolti da una biologa di nome Francesca; sapeva tutto sui pesci e ci aveva predisposto il materiale per effettuare osservazioni sulla sabbia della spiaggia. Ci portò una teglia che aveva scaldato per asciugare la sabbia che vi era contenuta, ci fece prendere dei colini e ci disse:-Setacciate questa sabbia separando le conchiglie. Noi ci siamo armati di colini e abbiamo iniziato a prendere delle piccole quantità di sabbia per setacciarla .
Alla fine del lavoro, la sabbia, morbidissima, è stata versata in un recipiente e siamo usciti sulla spiaggia; dopo una breve camminata, siamo arrivati in vicinanza degli scogli e abbiamo raccolto conchiglie, ricci…,etc. La cosa che ci ha stupiti di più, è stata la scoperta di uova di gattuccio: quelle uova saranno arrivate di certo da lontano. Esse hanno una forma particolare, sono nere e all’interno contengono i piccoli .
Quando siamo rientrati abbiamo osservato la “ stella serpentina” , cioè una stella molto bella, che, quando è nell’acqua, si muove; essa è di colore avana ed è piccola.
Francesca, poi, ci ha spiegato delle cose interessanti sul “paguro”, una specie di granchio che vive all’interno di una conchiglia. Il paguro, oltre a nascondersi nella conchiglia, viene protetto dalle anemoni di mare, che si attaccano sul guscio e respingono i predatori . Le anemoni somigliano a fiori acquatici. Spesso, quando si va al mare, (così ci ha spiegato Francesca), si possono notare sul fondo due paguri che si contendono la casa: una conchiglia fatta a spirale in cui il paguro vive un periodo di tempo, poi quando cresce va in una più grande.
Sulla spiaggia abbiamo trovato molte conchiglie, delle quali ho imparato i nomi: murici, patella, scala, turritella… e molte altre. Grazie a questa esperienza, ora, sui pesci, conosco molte cose che prima ignoravo.


Le nostre emozioni

Mille nuvole nel cielo
Celeste acqua marina,
blu oltremare,
rosa...
giallo oro,
grigio perla...
Un arcobaleno di nuvole.
Quanti colori danzano nel cielo!
Danzano come stelle nella notte
come le ninfe nei boschi...
Volteggiano come piume al vento,
si disperdono con il respiro del mare.
Il vento lo sospinge,
la culla, le dondola...
Si sfilacciano come zucchero filato,
come un antico papiro...
Si trasforma per magia come nei miti,
in labbra rosate,
bambini che giocano.
Immagini fantastiche
che galoppano nel cielo,
come perseo sul cavallo alato,
eroi sull'Ippogrifo...
nuvole
lucente aurora dagli occhi splendenti,
cupido arciere d'amore.
Brillano...
Diamanti trasparenti,
coralli ghiacciati.
Accarezzano le cime dei monti.
All'orizzonte declinano come il sole al tramonto...
Si rincorrono,
piangono lacrime di pioggia,
svaniscono nel nulla...
come un sogno.

Il risveglio dell’acqua

Acqua limpida
Scorri nel tuo letto,
increspata da un dolce vento,
che ti risveglia
dal lungo sonno

Rigirandoti intorno ai sassi,
li abbracci
come una mamma
il suo bambino

Il sole ti riscalda
Mentre gioca a nascondino.

Acqua limpida, acqua burrascosa.

Acqua limpida,
acqua trasparente,
acqua schiumosa,
acqua fresca,
con le tue onde ci fai divertire,
ci fai rinfrescare,
ci fai sognare,
acqua tempestosa,
acqua furiosa,
acqua burrascosa,
acqua violenta,
acqua impetuosa,
a volte puoi essere odiosa
distruggi violentemente ogni cosa
e spaventi tutti quelli che osano fermarti.

L’acqua

L’acqua scorre senza fermarsi mai.
I fiumi e torrenti scorrono verso i laghi e i mari.
Corrono veloci come il vento .
Quando trova ostacoli non si ferma e li supera senza timori.
L’acqua scorre libera per pianure e vallate
e s’insinua in ogni posto come un serpente
e non ha mai paura di andare avanti.

Albero in riva al fiume

Sfiorano, accarezzano
le alte cime del pioppo,
maestosi aironi
dal lungo collo
come leggere ali della neve


Acqua

Acqua giocosa,
acqua golosa,
acqua stizzosa.
Sgorga da una sorgente
e finisce in un mare colmo di gente.

L’acqua sale,
l’acqua scende,
e la gente se la vende.
Acqua della vita,
acqua della salvezza
che difende la freschezza.

L’acqua
L’acqua è bella,
L’acqua è pura,
L’acqua è tutto per la vita.
Ti rinfresca,
Ti disseta,
Ti pulisce in ogni cosa.
È sempre lei,
L’acqua pulita,
L’elemento essenziale della nostra vita.




L’acqua tempestosa
Un vento tempestoso
Sbatte le onde contro le coste.
L’acqua illuminata dai lampi
si infuria.
Goccioloni
cascano dal cielo.
Ogni goccia
ha preso il suo posto
La tempesta si calma
Esce un bagliore colorato
che calma le onde
del mare.

Acrostici

Onde dall'
Albegna
Scivolano
Ininterrotte fin
Dentro l'
Eterna
Linea che le
Culla
E
Rimangono
Insieme
Oltre
L'
Orizzonte

Odore nell'
Aria
Sassi
Incisi
Dall'
Erosione
Lagunare,
Come
Eroi
Romantici e
Invulnerabili.
Ombre
Lontane all'
Oorizzonte

Fenicotteri
Edificano
Nidi
Incidendo
covano a
Orbetello
Tubano
Trotterellando
Eroicamente si
Riproducono all'
Occaso

Fenicotteri d'
Estate
Navigano
In
Cielo
Ondeggiano
Tranquilli
Tremano
Esplorando
Ricamano
Ombre


Inventiamo dei miti sull'acqua


Ruscello

Zeus spesso tradiva sua moglie Era, sia con altre dee che con donne mortali.
Un giorno si innamorò di una ninfa delle montagne, di nome Silia, che era molto graziosa; dal loro amore nacque un bambino molto bello e vivace che chiamarono Ruscello.
Una volta cresciuto, Ruscello viveva nelle grotte in mezzo alle montagne ai piedi dell'Olimpo, amava correre libero per i boschi ed era divenuto famoso per la sua velocità.
Purtroppo Era venne a sapere di questo nuovo figlio di Zeus e, gelosa, decise di vendicarsi contro il suo sposo e suo figlio.
Infatti mandò un centauro sulla terra e gli ordinò di uccidere Ruscello.
Però, quando il centauro vide quel grazioso fanciullo, si commosse e decise di lasciarlo in vita.
Come prova di averlo ucciso portò ad Era un cuore di stambecco.
La dea era convinta che Ruscello fosse morto, ma un giorno alcune ninfe le dissero di averlo visto ancora vivo correre nei boschi.
Decise così di andare lei, di persona, ad ucciderlo.
Era assunse le sembianze di un 'orsa, ma quando si avvicinò al fanciullo per sbranarlo, Zeus si accorse di quello che stava succedendo al suo amato figlio e corse ad aiutarlo
Pensando a quanto il ragazzo amasse correre, lo trasformò in un veloce corso d'acqua, con tante allegre cascatelle, salvandolo così da Era che non riuscì ad afferrarlo.
Da quel giorno tutti i fiumiciattoli di montagna presero il nome di Ruscello e divennero sacri a Zeus.

Poseidone

A Poseidone piaceva che gli uomini navigassero sui mari perchè senza di loro gli oceani sarebbero stati abitati solo da pesci.
Gli uomini però stavano esagerando; invadevano i mari fino a notte fonda per commerciare, pescavano su tutte le coste in continuazione, raccoglievano il sale facendo entrare l' acqua nei bacini e facendola evaporare.
Gettavano i rifiuti nel mare uccidendo i pesci e, per fare le barche, disboscavano le colline che, quando pioveva, franavano nel mare o nei fiumi facendo intorpidire l' acqua.
Distruggevano gli argini dei fiumi.
Poseidone, vedendo dal suo palazzo quella tragedia, decise di porvi rimedio.
Si recò da Prometeo e gli disse:
-Ordina loro di rispettare il mare altrimenti subiranno la mia ira!-.
Prometeo rispose:
Aspettami, e ti porterò la risposta-.
Prometeo quando tornò gridò:
-Gli uomini non si sono convinti. Lascia loro un'altra possibilità, vai da Ermes, lui saprà cosa fare.-
Poseidone furente ascoltò le parole di Prometeo e chiese ad Ermes di dargli un consiglio.
Ermes disse:
-Presentati in tutta la tua forza nel tempio di Ege e grida le tue regole affinchè tutti gli uomini ti ascoltino!-.
Durante una cerimonia a lui sacra, Poseidone si presentò nel tempio di Ege con le vesti di una vecchia, perchè nessuno lo riconoscesse.
Quando fu davanti all'altare ci saltò sopra, afferrò in mano il suo tridente e in quel momento ci fu un lampo di luce.
Il suo corpo emanava fiamme blu. IL suo tridente sembrava una fiaccola.
Gridò così forte che le sue parole furono sentite in tutto il mondo:
-Uomini! Ascoltatemi! Questa è l'ultima possibilità! Ho pazientato fin troppo!
Rispettate il mio mare o subirete la mia ira!
Dette queste parole scomparve.
Per molti anni gli uomini, terrorizzati da quella minaccia, seguirono le regole di Poseidone.
Con il trascorrere del tempo però il ricordo delle regole di Poseidone svanì e gli uomini ricominciarono a sfruttare il mare, senza rispettare l'ambiente.
Poseidone doveva porre fine a quella distruzione che lo tormentava e decise di recarsi da Eolo.
A Eolo chiese un vento di tempesta e uno freddo;
Egli gli diede Noto, un vento umido che porta la pioggia, e Borea, un vento freddo del nord.
Poseidone unì l'acqua ai venti regalati da Eolo e formò dei vortici, chiamate trombe marine.
Quando colpivano le navi le facevano affondare e tutti gli uomini morivano affogati. Con il suo tridente, formò delle onde altissime, chimate onde anomale, che distruggevano i villaggi sulle coste. Alcuni uomini si resero conto della pericolosità del mare, ma altri no e continuarono il saccheggio.
Poseidone non riuscì pienamente nel suo intento, perciò ancora oggi le trombe marine e le onde anomale sconvolgono i mari


L'origine della stella marina

Nell'antica Grecia, sulla cima del monte Olimpo, dove vivevano gli dei Zeus, il re di tutti, chiese ad Efesto, il dio del fuoco, di costruire per lui qualcosa che tutti gli dei potessero ammirare, qualcosa di nuovo, grande e preziosissimo.
Il dio Efesto cercò di inventare qualcosa di straordinario, ma non ci riusciva; era diventato lo scopo della sua vita, la sua ossessione e non avrebbe smesso finché non ci fosse riuscito.
Un giorno, dall'officina del dio si sentì un grido di gioia:
-Ho trovato! Finalmente ce l'ho fatta!.
Zeus pensava che Efesto avesse finito il suo lavoro, così si precipitò a vedere. IL dio trovò nell'officina di Efesto quanto aveva richiesto: qualcosa di straordinario e fantastico, una grossa stella , tutta d'oro, diamanti, zaffiri, perle e platino.
Gli occhi di Zeus rimasero abbagliati dalla bellezza e dalla lucentezza di quel prezioso oggetto, e così gli altri dei. Il dio Zeus prese quella preziosa creazione e la portò in un paese lontano, dalla Grecia, nella Russia.
Lì viveva una fanciulla bellissima, di cui Zeus si era innamorato e il dio le portò in regalo quella preziosa stella. La dea Era lo venne a sapere; chiese ad Afrodite la dea della bellezza e dell'amore, di far innamorare la giovane di un mortale.
Così la dea dell'amore dette l'incarico a Cupido, arciere d'amore.
Cupido scagliò una freccia nel cuore della donna che si innamorò di un altro, dimenticando Zeus.
Era, con un'ascia che si era portata dietro, ruppe la creazione di Efesto in mille pezzi che caddero nel mare come tanti brillanti: quelle erano le stelle marine che anche oggi popolano il fondo del mare.


Lo starnuto del vento

Zeus prima di sposare Era, sua sorella e sua moglie, ebbe anche molte altre donne tra cui la ninfa dell’Olimpo Alfa. Alfa, era molto carina, sapeva tessere e suonare, ma era molto viziata.
Quando Alfa stava per partorire, ebbe molti problemi, quindi Zeus decise di mangiarla per alleviarle quel dolore atroce.
Dopo qualche decennio, quando ormai era sposato con Era, a Zeus venne un fortissimo raffreddore.
Ogni volta che starnutiva, faceva otto starnuti diversi: uno caldo umido, uno freddo e secco, tutti potenti, ma cosi potenti da spostare l’Olimpo. Era, si preoccupava per il suo sposo e soprattutto, aveva fatto già ricostruire il tetto del palazzo venti volte.
Questo raffreddore durò nove mesi, alla fine del nono mese Zeus fece solo uno starnuto, che prese la forma di un bambino che chiamarono Eolo. A questo Dio vennero affidati gli otto starnuti del padre, perché li custodisse: erano i venti di levante, ponente, austro, libeccio, scirocco, tramontana, maestrale e grecale.
Anche oggi, Eolo li conserva con riguardo.


Nel laboratorio di lingua e teatro

Il progetto di continuità comprendeva anche un laboratorio di teatro. In questo laboratorio noi bambini,abbiamo fatto alcuni giochi che ci hanno aiutati, alla fine, a mettere su una rappresentazione teatrale. I primi giochi sono stati quelli che ci hanno insegnato come occupare lo spazio sul palcoscenico e altri che sono serviti per usare la fantasia, visto che dovevamo mettere il corpo in posizioni diverse.
Abbiamo fatto un lavoro sui dati connotativi di animali, persone, per poi riuscire, anche aggiungendo movimenti e parole,a imitarli. Con questo abbiamo imparato ad esprimerci meglio sia con i gesti che con le parole.
Alla fine noi bambini, dopo aver lavorato sul testo originale di Pinocchio, abbiamo iniziato a riunirci ogni martedì pomeriggio per le prove.
Insieme alla maestra Grazia abbiamo scelto i personaggi principali in base alle caratteristiche di ognuno di noi. Siamo stati anche aiutati da una professoressa di danza (Patrizia) che ci ha insegnato due balletti davvero coinvolgenti: la tarantella, su musica di Rossini, ballata dalle marionette, e il paese dei balocchi, su musica dei Pooh, ballata da un altro gruppo di ragazzi. Non solo: anche Pinocchio ha danzato dei brevi assoli molto allegri.
La scenografia è stata costruita da noi ragazzi e raccontava la storia di Pinocchio, ovvero le sei tappe principali: il pezzo di legno, il Grillo-Parlante, Mangiafuoco, il Gatto e la Volpe, la Fatina e il paese dei balocchi. I costumi sono stati realizzati dalle mamme e, tutti insieme, formavano una grande e bella macchia di colori e vivacità. Alla fine delle prove abbiamo unito tutte le scene e ne è venuta fuori una rappresentazione simpatica e divertente.
Finalmente, dopo mesi di lavoro svolto tutti insieme, abbiamo partecipato a due rassegne teatrali: una regionale a Bagni di Lucca e una provinciale a Pitigliano. Le recensioni che abbiamo avuto sono state molto positive e questo ci ha riempito di soddisfazione.

Un'avventura sul palco: la rappresentazione di Pinocchio

Noi ragazzi della 5a di Neghelli, di quella del Baccarini e della prima media abbiamo preparato una recita intitolata “Pinocchio”.
Questa recita è stata presentata a Bagni di Lucca, a Pitigliano e il 22 maggio ’03 al Frontone. Vi sono diversi attori e costumi, ma le cose che saltano agli occhi sono Pinocchio, una marmotta, il grillo-parlante e una bellissima fata.
Ecco Pinocchio, stanco e affamato, che entra in scena, ed ecco entrare dietro a lui, il simpatico grillo, ma un po’ brontolone e in un angolo la presentatrice, che narra che cosa succede.
Quando entri in scena, senti una strana emozione, una parte è paura e l’altra? La paura e l’emozione fanno uno strano miscuglio, che sembra un amico, che ti accompagna in scena per un po’ di tempo e poi se ne vola via, alcuni invece, si fanno accompagnare per tutta la strada.
Quando reciti l’unica cosa che conta è credere in quello che fai e devi pensare che il pubblico, se sbagli, ma vai avanti, non se ne accorge.
Per noi recitare è sfogarsi, esprimere sentimenti e far vedere cosa sappiamo fare.
Non ci crederete, ma quella luce abbagliante, quei riflettori danno un po’ di coraggio a continuare.
Ecco la nostra rappresentazione che, finalmente, dopo prove e riprove abbiamo presentato.


La redazione


Angioloni Giulia
Antongini Dimitri
Arbitrio Jessica
Bandiera Simone
Bellumori Silvia
Bianciardi Veronica
Casini Gianmaria
Catani Simone
Chegia Jennyfer
Costagliola Simona
Costantini Caterina
Fondi Vanessa
Gori Alessio
Grossi Paolo
Incordino Sandro
Meoni Elena
Mimiri Gemma
Para Marco
Pietrapiana Luigi
Ronchetti Irene
Scarcella Rachele
Scotto Marjorie
Stefanelli Tiffany
Tibo Enrico


Bianchi Yuri
Bianciardi Samuele
Bilancini Niccolò
Busonero Olimpia
Catani Simone
Catania Alessia
Cerulli Federico
De Dominicis Matteo
Di Fraia Martina
Emanuele Simona
Fabbri Filippo
Formiconi Lorenzo
Giusti Federico
Incordino Lorenzo
Lo Porto Valerio
Mengoni Giacomo
Nanni Luca
Pelucco Gaia
Pignataro Federica
Solimeno Raissa
Tondini Davide
Velasco Alessia
Venanzi Lorenzo

Amerighi Luana
Andriani Stella
Breschi Giulia
Bulli Martina
Ceccarelli Matteo
Cozzi Alessio
Filippini Sara
Fronda Alessia
Galassi Marta
Giancristoforo Susanna
Iosia Graziano
Lampredi Alex
Mazzeo Lorenzo
Mazzone Matteo
Pacchiarotti Valentina
Sansoni Jacopo
Simonte Gianluca
Sposetti Luisa Fernanda
Terramoccia Giulia
Tinti Giovanni
Wilmer Giuseppe
Le insegnanti

  • Rosanna Burioni

  • Agata Mirabile

  • M. Grazia Caterini

  • Angela Puzo

  • Renata Lorenzini

  • Carla Vieri

  • Luciana Papini